segunda-feira, 24 de outubro de 2011

TI PIACE IL MOLISE

CONVIDAMOS VOCÊ - QUE GOSTA DA ITALIA - PARA MAIS UM MOMENTO DE IMERSÃO NESSE UNIVERSO DIFERENTE.
NESTE MÊS DE OUTUBRO O TI PIACE LEVA VOCÊ PARA UMA DAS MENORES E MAIS RECENTES REGIÕES DA ITÁLIA: MOLISE.
PASQUALE COLLEDANCHISE, DE ORIGEM MOLISANA, VAI NOS REVELAR ALGUNS ASPECTOS DESTA REGIÃO BANHADA PELO MAR ADRIÁTICO.
SÁBADO, DIA 29 DE OUTUBRO, ÀS 19h, NO Centro de Cultura Italiana - ITALIANOGGI - TI PIACE IL MOLISE?
À OPORTUNIDADE SERÃO ENTREGUES OS CERTIFICADOS DAQUELES QUE CONCLUÍRAM OS CURSOS NO PRIMEIRO SEMESTRE.
A ENTRADA É GRATIS, COMO SEMPRE!


Teremos também uma degustação de pizzas feitas pelo italiano Michele Granata, de origem da cidade de Catania na Sicilia, mas morou em Milão um bom tempo antes de vir para o Brasil, onde está a quase um ano na cidade de Goiânia.
Proprietário da Pizzaria Pomarella uma verdadeira pizzaria Italiana em Goiânia.

segunda-feira, 10 de outubro de 2011

CULINARIA


CULINARIA


http://www3.lastampa.it/cucina/sezioni/ricette/fratelli-di-teglia/articolo/lstp/417766/


http://www3.lastampa.it/cucina/sezioni/ricette/fratelli-di-teglia/articolo/lstp/416887/

FRATELLI DI TEGLIA

01/09/2011 -

Per apprezzare la toma
ci vuole un bel tomo

Se c’è un formaggio che identifica il Piemonte questo è la toma, anche se ufficialmente si chiama il toma. Lo fanno a Biella come a Cuneo, nel Torinese come nell’Alessandrino. Siccome in Italia tutto è complicato, c’è chi dice che il nome toma venga però dalla Sicilia (dove si fa la tumma), attraverso la Francia (dove si fa latomme ). Infatti particolarmente pregiata è la toma di pecora brigasca, che vive a Briga o Brigue, paese di confine tra Italia e Francia. Di sicuro le tracce di questo prodotto di latte vaccino (ma si fa anche con quello di capra, come abbiamo visto prima, tanto per complicare le cose) si perdono nel Medioevo. Allora pare fosse però diverso da oggi perché più stagionato e piccante e le cronache tardo- medievali dicono che proprio per questa caratteristica fosse un cibo dei poveri: si saziavano in fretta e con questo formaggio sostituivano le spezie, molto care.

E’ chiaro a questo punto che per parlare in modo esauriente della toma ci vorrebbe un trattato di «tomistica», che per il suo spessore sarebbe un bel tomo. D’altronde non potrebbe essere piccolo perché in tal caso si confonderebbe con il tomino, la formaggella fresca che nelle osterie o piole torinesi si accompagna con le salse al peperoncino, diventando il tomino «elettrico». Nonostante sia simbolo del Piemonte, la toma non si è diffusa oltre i confini regionali con l’Unità d’Italia. Un tentativo di lanciarlo nella capitale, negli Anni 60, pare sia andato a vuoto benché fosse già pronto lo slogan: «Toma, nun fa’ la stupida stasera».

ROCCO MOLITERNI
FRATELLI DI TEGLIA
25/08/2011 -

Grappa, figlia dell'alambicco
e madre della patria

Il nostro Paese ha tanti padri della Patria (da Cavour a Garibaldi, da Mazzini a Vittorio Emanuele II) ma di sicuro una sola madre: la grappa. Che lo sia infatti non v’è dubbio: basti ricordare che il Monte Grappa, monte sacro della prima guerra mondiale, si chiamava Alpe Madre. E che molti garibaldini del bergamasco e del Veneto durante l’impresa dei Mille portavano nelle fiaschette o sognavano la grappa delle loro valli. Per la grappa, come per le madri, quel che conta è il cuore, mentre non deve avere né colpi di coda né colpi di testa (quel che si beve viene dalla fase centrale della distillazione delle vinacce, il resto è quasi veleno).


In un paese di filosofi in cui molti si lambiccano, la grappa è frutto dell’alambicco. Il che a che fare con l’alchimia, d’altronde pare che il primo a descrivere il processo di distillazione per ottenere quella che allora si chiamava acquavite sia stato un alchimista arabo, il cui nome Abu Beckr Mohamed Ibn-Zàkariaya el-Rhazi , sembra frutto di un’ubriacatura. Da noi il primo trattato sull’argomento è opera nel XVI secolo di un medico padovano zio di Savonarola (al frate però il fuoco in corpo non lo mise il distillato). Prodotta artigianalmentein tutta la cerchia alpina la grappa ha nomi che variano di regione in regione. In Veneto rispondono con la sgnapa valley alla Napa Valley californiana. La grappa è la «benzina» degli alpini che sono in grado di berla a qualunque ora del giorno e della notte. E come dicono a Bassano del Grappa che delle penne nere è la capitale, per un alpino il buon giorno si vede dal grappino.

ROCCO MOLITERNI